La tecnica del Focusing per individuare il problema
Capire il problema per cominciare ad affrontarlo
Tensioni muscolari? Sensazioni di malessere generico? Problemi non chiari?
Utilizzare il proprio corpo come strumento di chiarificazione attraverso il Focusing.
Eugene T. Gendlin definisce il Focusing come “un processo con cui riusciamo ad entrare in contatto con un tipo particolare di consapevolezza corporea interna. Questa consapevolezza la definisco sensazione sentita”.
Eugene T. Gendlin (Focusing)
“La consapevolezza corporea fa in una frazione di secondo l’equivalente di centinaia di migliaia di operazioni cognitive”.
Questi sono i sei movimenti del Focusing descritti nell’omonimo libro di Eugene T. Gendlin:
1. Creare uno spazio: trovate un luogo tranquillo dove possiate stare in silenzio, in contatto con voi stessi rilassandovi. Rivolgete la vostra attenzione verso l’interno di voi stessi. Ponetevi alcune domande del tipo, come sta andando la mia vita? Come mi sento in questo momento? Cosa mi crea tensione?
Non analizzate ciò che sopraggiunge, sentitelo e basta, prendete in considerazione solo i problemi che hanno una risonanza a livello corporeo. Mettete insieme tutte le cose che emergono. Normalmente non sono poche: il lavoro, le relazioni affettive, l’attesa di una risposta importante. Metteteli li davanti a voi e distaccatevene a sufficienza da poterli “osservare” non fissandovi su nessuno in particolare.
2. La sensazione sentita: individuate il problema principale tra i tanti emersi se non ve ne è uno particolarmente rilevante sceglietene comunque uno significativo per voi in questo preciso momento. Prendete la questione scelta sentitela nella sua interezza e ascoltate il copro, le tensioni che si generano nell’osservarlo. Normalmente in questa fase il cervello “parte” con tutte le sue elucubrazioni, come nello sfoltire una foresta sfrondate la mente dai pensieri e raggiungete la sensazione corporea.
Annuite a tutte le riflessioni razionali che emergono e “dite” al vostro cervello che ora non volete riflettere ma sentire! Volete capire come si manifesta la questione a livello corporeo. Deve arrivare un impressione complessiva sentita. Lasciate “semplicemente” emergere ciò che sentite e dove lo sentite senza alcuna valutazione razionale.
3. Trovare un simbolo: alla sensazione sentita dovete adesso dare una qualità, trovando una parola che la rappresenti, una frase, un immagine. Un immagine correlata ad una parola o frase, ad esempio: “questa sensazione è come un sasso tondo e nero che non si sposta”. Questa immagine, questa parola deve adattarsi bene alla sensazione sentita, quando sentite che è in rapporto con essa quello sarà il simbolo che la rappresenta.
Mentre pronunciamo la parola scelta o “vediamo” quell’immagine emersa questo processo deve comprendere la sensazione sentita, il tutto si deve assestare. Se in questa fase ciò che sentite a livello corporeo comincia a mutare anche leggermente significa che il simbolo è corretto, si “muove” attraverso il sentito.
4. Risonanza: Dovete allenarvi, non è un processo che riesce subito, l’importante è che quando la corrispondenza tra simbolo e sentito è percepita ci rimaniate un po’ dentro, stabilizzandola. Continuate a fare la spola tra la sensazione e la parola-frase-immagine, ponete attenzione a livello fisico, dove si concretizza questa percezione a livello corporeo?
Se sentite la necessità di modificare il simbolo, anche leggermente, fatelo finché non raggiungete la corrispondenza migliore con la sensazione sentita. Già attraverso questa fase dovreste trovare un certo rilassamento rispetto alla tensione emersa.
5. Ponete domande: difficilmente sarà già stabilizzata la sensazione sentita, per rafforzarla utilizzate il simbolo per ritornare più volte sulla sensazione sentita chiarificandola sempre di più. Se la nostra immagine era il sasso tondo e nero che non si sposta torniamo a quell’immagine e facciamo riemergere la sensazione sentita. Una volta ristabilizzata la risonanza “interrogate” con domane aperte il vostro simbolo facendo attenzione che resti viva la sensazione sentita. Riprendendo l’esempio del punto 3: ”Com’è questo sasso? Cosa rappresenta?”
La risposta potrebbe essere: ”Questo sasso nero e tondo è freddo, ruvido è come qualcosa di stabile, fermo, monolitico, ecco! Il mio lavoro! Non vedo prospettive, vorrei cambiare ma ho una famiglia, un mutuo, etc.. (ovviamente questo è un semplice esempio rappresentativo).
Nel mentre “dialogate” con il vostro simbolo-sensazione deve avvenire un cambiamento anche lieve nella percezione che avete, solo così avrete una conferma di essere in contatto con la questione e soprattutto che sta avvenendo un cambiamento in essa. L’effetto dovrebbe essere quello di un lieve rilassamento/sollievo rispetto alla scoperta di cos’è quella sensazione sentita.
6. Accoglienza: accogliete ciò che arriva, se il sasso tondo e nero rappresenta la necessità di cambiare lavoro non è che domani mattina presentate le vostre dimissioni!!! Imparate ad ascoltarvi, ad essere consapevoli del problema, cominciando ad attuare strategie per convivere meglio con ciò che c’è e magari un domani modificare qualcosa gradualmente in modo più radicale.
Una valida risposta tipo potrebbe essere: ”Va bene, almeno ora so dove sta il problema, capisco che al momento non ho una soluzione risolutiva, intanto però posso vivere il mio lavoro attuale non più con la frustrazione derivante da una mia sensazione di incapacità a realizzarmi professionalmente ma come uno stato di necessità in cui mi trovo compresso, utilizzando il tempo “extra lavoro” per specializzarmi in qualcos’altro; questo è il problema, non sono io il problema”.
Avere la possibilità di capire dove si è, è utile per orientarsi, questo strumento può servire a riportare la nostra attenzione la dove è veramente utile che sia, senza farsi sopraffare da sensazioni di impotenza o annegamento, esiste questa questione, questo problema è li e piano lo affronteremo rispettando i nostri tempi e la nostra natura. Spesso fuggiamo da ciò che non conosciamo, da sensazioni che ci atterriscono, individuarle ci rende liberi di vivere e godere tutto ciò che di positivo c’è qui e ora.
Buon cammino
Last modified: 8 Maggio 2018